<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2081&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141011165135</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2081&oldid=-20141011165135
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2081 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 42modifica]les expressions d’une facon toujours conforme au génie des peuples. Les nations d’origine latine ne s’enrichissent pour ainsi dire que par l’extérieur; elles doivent avoir recours aux langues mortes, aux richesses pétrifiées pur étendre leur empire.[p. 43modifica]Il est donc naturel que les innovations en fait de mots leur plaisent moins qu’aux nations qui font sortir les rejetons d’une tige toujours vivante. - La lingua madre delle teutoniche moderne non è piú viva della latina. Ma la differenza è che la latina fu formata e determinata, l’antica teutonica no. Quella visse ed è morta, questa non è morta, perché non è, si può dire, vissuta. La forma certa della lingua latina influisce sempre piú o meno sulle sue figlie. Quando queste nacquero, benché nuove e non formate, contenevano in se stesse un non so che di vecchio e di formato e questo vecchio e questo formato era morto. Quindi sempre un non so che di gêne nelle nostre lingue, se si paragonano all’infinita libertà e potenza della tedesca e della greca. La madre