<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2048&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127162223</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2048&oldid=-20141127162223
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2048 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 25modifica] in quanto facoltà, è una pura abitudine, cosí ciascun’altra abitudine è una memoria. Di memoria son provveduti tutti i sensi, tutti gli organi, tutte le parti fisiche o morali dell’uomo, che son capaci di avvezzarsi e di abilitarsi e di acquistare qualunque facoltà. La memoria è da principio una disposizione, poi una facoltà di assuefarsi che ha l’intelletto umano; l’assuefabilità e le assuefazioni delle altre parti dell’uomo sono disposizioni e facoltà di ricordarsi, di ritenere, che hanno esse parti. La memoria è un abito, gli abiti altrettante memorie, attribuite dalla [p. 26modifica]natura a ciascuna parte assuefabile del vivente, in quanto disposizioni, ed acquistate in quanto facoltà ed assuefazioni. Questo pensiero si può molto stendere e cavarne delle belle conseguenze, intorno alla natura della memoria ed alla sua analogia colle altre