Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2018
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compiacenza di se stesso che vi si prova. Né solo il fare tali atti, ma anche il vederli, l’essere spettatore di cose attive, energiche, rapide, movimenti ec. vivaci, forti, difficili ec. ec., azioni ec., piace, perché mette l’anima in una certa azione, e le comunica una certa attività interiore, la rompe ec., l’esercita da lontano ec. e par ch’ella ne ritorni piú forte ed esercitata ec.
Ho detto che ogni sensazione di vigore corporale è piacevole. Cosí anche nell’anima (e però è piacevole ogni sollevazione dello spirito, cagionata dalla lettura, dagli spettacoli, dall’orazione, dalla meditazione, dalle sensazioni esterne d’ogni genere ec); cosí anche ogni atto di vigore spirituale, come risoluzioni virtuose o energiche, sacrifizi, rassegnazioni ec. ec.
Insomma, il vivente tende essenzialmente alla vita. La vita è per lui piacevole, e quindi tutto ciò ch’é vivo, venga pur sotto l’aspetto della morte. La felicità dell’uomo consiste nella vivacità delle sensazioni e della vita, perciocch’egli ama la vita. E questa vivacità non è mai tanto grande come quando ell’é corporale. Lo stato naturale provvedeva ottimamente a questa inclinazione elementare e generalissima dell’uomo (30 ottobre 1821).