Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1978

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[p. 473 modifica] punto e quivi casualmente si riunissero, non si riconoscevano; e tornati dalla loro corsa, e narrandola altrui, non s’accorgevano di dir le stesse cose, né il pubblico se n’avvedeva, perché non le dicevano allo stesso modo, mancando di un linguaggio filosofico, uniforme; oltre che le stesse ragioni che impedivano all’universale di riconoscere quelle proposizioni per pienamente vere, gl’impediva altresí di scoprire l’uniformità che esisteva tra le proposizioni e i sentimenti di questo e di quel grand’uomo. E cosí le grandi scoperte de’ grandi antichi appassivano e non producevano frutto e non erano applicate, mancando i mezzi e di coltivarle e di aiutare e legare una verità coll’altra mediante il commercio de’ pensieri e della società pensante (23 ottobre 1821).


*    Il suicidio è contro natura. Ma viviamo noi secondo natura? Non l’abbiamo al tutto abbandonata per seguir la ragione? Non siamo animali ragionevoli, cioè diversissimi dai naturali? La ragione non ci mostra ad