<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1977&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127150932</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1977&oldid=-20141127150932
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1977 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 472modifica] tanti sillogismi e cosí ben legati e ordinati e cosí chiaramente concepiti, che fa d’un salto la strada di piú secoli. E forse esso stesso, dopo quel punto, non crede piú alle verità che allora avea concepite e trovate, cioè o non si ricorda o non vede piú con egual chiarezza i rapporti, le proposizioni, i sillogismi e le loro concatenazioni che l’avevano portato a quelle conseguenze. Il mondo alla fine è sempre in istato di freddo, e le verità scoperte nel calore, per grandi che siano, non mettono radici nella mente umana finché non sono sanzionate dal placido progresso della fredda ragione, arrivata che sia dopo lungo tempo a quel segno. Grandi verità scoprivano certamente gli antichi colla lor grande immaginazione, grandi salti facevano nel cammino della ragione, ridendosi della lentezza e degl’infiniti mezzi che abbisognano al puro raziocinio ed esperienza per avanzarsi altrettanto, grandi spazi occupati poi da’ loro posteri preoccupavano essi e conquistavano in un baleno, ma questi progressi restavano necessariamente individuali, perché molto tempo abbisognava a renderli generali; queste conquiste non si conservavano, anzi erano piuttosto viaggi che conquiste, perché l’individuo penetrava solamente in quei nuovi paesi e li riconosceva, senza esser seguito dalla moltitudine che vi stabilisce il suo dominio; i progressi de’ grandi individui non giovavano gli uni agli altri, perché mancanti di una disposizione generale e comune nel mondo, che li rendesse intelligibili gli uni agli altri, mancanti anche di una lingua atta a stabilire, dar corpo, determinare e render [p. 473modifica]render a tutti egualmente chiaro quello che ciascun individuo scopriva. Cosí che gli antichi grandi spiriti penetravano nelle terre della verità, ciascuno isolatamente e senza aiutarsi l’un l’altro, e quando anche si scontrassero nel cammino o giungessero ad un medesimo