Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1910

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[p. 436 modifica] nella stessa essenza di tutte le cose, la quale non si può toglier via, se non confondendo tutte le cose insieme, estirpando tutte le possibili nature, esistenti o non esistenti, e tutti i possibili modi di essere, e riducendo un’altra volta il tutto e l’intera esistenza a quel tipo di perfezione ch’é anteriore all’esistenza, e quindi non esiste. Che cosa dunque intendiamo noi per perfezione dell’uomo? a che cosa pretendiamo noi di andare incontro? qual è la meta dei pretesi perfezionamenti del nostro spirito? qual è la debita, anzi pur la possibile perfezione dell’uomo, anche ridotto allo stato di eterna Beatitudine e in Paradiso?

Non è maraviglia dunque se ogni cosa umana ci desta sempre l’idea dell’imperfezione e ci lascia scontenti e se si grida che l’uomo è imperfetto. Tale è veramente oggidí e tale non lascerà mai di essere, da che egli è sortito da quella perfezione che portava con se, consistente