[p. 382 modifica] e a tutto ciò che fosse rimoto dall’uso volgare, e segue a rinunziarvi tutto giorno, onde oggi non possiede neppur quello che possedevano gli scrittori del primo tempo dell’Accademia e del secolo di Luigi XIV, deve necessariamente esser poco suscettibile di eleganza, e soprattutto priva di lingua poetica, non avendo quasi parola, frase, forma che non sia necessaria all’uso quotidiano del discorso o della scrittura in prosa o che non abbia luogo frequentemente in detto uso; e quindi non potendo assolutamente elevarsi al disopra del parlar comune. Quindi lo stile della poesia francese non si diversifica (eccetto alcune poche e uniformi, rare e timide inversioni e l’uso della misura, ben plebea e pedestre, e delle rime) dal discorso giornaliero e dalla prosa; e talvolta è propriamente ridicolo a vedere imagini e sentenze e affetti sublimi e rimoti o dall’opinione o dall’uso volgare e superiori al comune modo ec. di pensare, espressi ne’ versi francesi al modo che si esprimerebbe una dimostrazione geometrica o si direbbe una facezia in conversazione; giacché in ambedue queste occasioni,