Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1742

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[p. 343 modifica] Dedito tutto e con sommo gusto alla bella letteratura, io disprezzava ed odiava la filosofia. I pensieri di cui il nostro tempo è cosí vago mi annoiavano. Secondo i soliti pregiudizi io credeva di esser nato per le lettere, l’immaginazione, il sentimento, e che mi fosse al tutto impossibile l’applicarmi alla facoltà tutta contraria a queste, cioè alla ragione, alla filosofia, alla matematica delle astrazioni, e il riuscirvi. Io non mancava della capacità di riflettere, di attendere, di paragonare, di ragionare, di combinare, della profondità ec.; ma non credetti di esser filosofo se non dopo lette alcune opere di Madama di Staël.

Grandissime e importantissime osservazioni si possono fare intorno alle facoltà le piú energiche, attive e feconde, che paiono affatto innate e in effetto non son prodotte (gli altri dicono sviluppate) se non dalle letture e dagli studi e dalle circostanze diverse, anche contro l’espettazione e la stessa decisa inclinazione che l’uomo aveva contratta e supponeva innata in se stesso.