<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1686&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127122014</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1686&oldid=-20141127122014
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1686 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 309modifica] ed ai nostri simili ed a noi stessi un terzo ente, cioè Dio, viene nella sua perfezione, cioè nel suo vero spirito, a distruggere il mondo, la vita stessa individuale (giacché neppur l’individuo è lo scopo di se stesso) e soprattutto la società, di cui a prima vista egli sembra il maggior legame e garante. Che vantaggio può venire alla società, e come può ella sussistere, se l’individuo perfetto non deve far altro che fuggir le cose per non peccare? impiegar la vita in preservarsi dalla vita? Altrettanto varrebbe il non vivere. La vita viene ad essere come un male, come una colpa, come una cosa dannosa, di cui bisogna usare il meno che si possa, compiangendo [p. 310modifica]la necessità di usarne e desiderando esserne presto sgravato. Non è questa una specie di egoismo? simile a quello di quei filosofi (e son molti) che, disperando di poter far bene al mondo, si contentano del ritiro e di praticare la virtú verso se stessi. Da che la perfezione del cristiano è relativa a se stesso (e tale ella è nel vero ed intero spirito del cristianesimo), da che l’esser perfetto include la