Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1681

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[p. 306 modifica] dire che non solo un’ignoranza particolare gl’impedisce di vedere o capire questo o quello, ma egli ha una minor forza generale di raziocinio, meno abitudine e quindi meno facilità e capacità di ragionare, e quindi meno ragione. Giacché non solo egli non comprende questa o quella parte di un sillogismo, ma anche comprendendole a perfezione tutte tre (o le due premesse) separatamente, non ne vede il rapporto e non conosce come la conseguenza ne dipenda, ancorché il sillogismo gli venga formalmente fatto. La qual cosa non si può insegnare. Or questa è reale inferiorità ed incapacità di ragione. Vedi p. 1752, principio. Di questo genere sono quelle teste che si chiamano dure e storte e da queste cause viene la rarità di quel [p. 307 modifica]senso che si chiama comune. Notate ch’io dico facoltà e non disposizione. Distinsi altrove l’una dall’altra. La mente umana ha una disposizione, ma per se stessa infruttuosa, a ragionare: essa per se non è ragione, come ho spiegato in altro proposito con esempi: e questa disposizione originariamente e riguardo al puro intelletto è tale che anche quanto ad essa l’uomo primitivo affatto inesperto è poco o nulla superiore all’animale. Gli organi suoi esteriori ec., che gli producono in pochi momenti un numero di esperienze decuplo di quello che gli altri animali si possano procurare, lo mettono ben presto al di sopra degli altri viventi. L’esperienze