<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1614&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127121018</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1614&oldid=-20141127121018
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1614 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 265modifica] è in lui stesso, cioè l’infinita sua perfezione. - Che ragione assoluta vi è [p. 266modifica]perché quel modo di essere che gli ascriviamo sia perfezione? perché sia piú perfetto degli altri possibili? piú perfetto delle stesse altre cose esistenti e degli altri modi di essere? Questa ragione dev’essere assoluta e indipendente dal modo in cui le cose sono, altrimenti il detto Ente non sarà assolutamente necessario. Or nessuna se ne può trovare. — Il suo modo di essere è perfezione perch’egli esiste cosí. — La stessa ragione milita per tutte le altre cose e modi di essere. Tutte saran dunque egualmente perfette e tutte assolutamente necessarie. Quest’è un giuoco di parole. Bisogna trovare una ragione perché il suo modo di essere sia, astrattamente e indipendentemente da qualunque cosa di fatto, piú perfetto di tutti gli altri possibili o esistenti, perché non sia possibile una maggior perfezione; ovvero un tutt’altro ordine di cose dove quel modo di essere non sia neppur buono. Bisogna insomma porsi al di fuori dell’ordine esistente e di tutti gli ordini possibili, e cosí trovare una