<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1560&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141023145248</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1560&oldid=-20141023145248
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1560 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 232modifica] Che vuol dir questo? non che la natura è imperfetta, ma che l’uomo non è qual doveva. Se l’arte è necessaria alla natura rispetto all’uomo, e non un’arte, dirò cosí, naturale, come n’adoprano proporzionatamente anche i bruti, ma un’arte difficilissima, infinita, complicatissima, lontanissima dalla natura; ciò non vuol dire che la natura per se stessa abbisogna dell’arte, ma' che l’uomo è ridotto in tale [p. 233modifica]stato che non gli basta piú la natura di gran lunga; e ciò prova che questo stato non gli conviene. L’uomo, alterandosi, ha trovato la natura imperfetta per lui. Ciò vuol dire ch’egli non s’è dunque perfezionato, ma corrotto; ciò vuol dire che egli non corrisponde piú al sistema delle cose, e per conseguenza ch’egli è in uno stato vizioso. L’imperfezione dell’uomo, che non ha niente d’assurdo, perché vien da lui, noi l’ascriviamo alla natura, il che è assurdissimo in sí perfetta maestra, e poi in quella che è la sola norma e ragione del perché una cosa sia perfetta o no; giacché fuor di lei e della sua libera disposizione non esiste altra ragione di perfezione o