Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1560

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[p. 232 modifica] Che vuol dir questo? non che la natura è imperfetta, ma che l’uomo non è qual doveva. Se l’arte è necessaria alla natura rispetto all’uomo, e non un’arte, dirò cosí, naturale, come n’adoprano proporzionatamente anche i bruti, ma un’arte difficilissima, infinita, complicatissima, lontanissima dalla natura; ciò non vuol dire che la natura per se stessa abbisogna dell’arte, ma' che l’uomo è ridotto in tale [p. 233 modifica]stato che non gli basta piú la natura di gran lunga; e ciò prova che questo stato non gli conviene. L’uomo, alterandosi, ha trovato la natura imperfetta per lui. Ciò vuol dire ch’egli non s’è dunque perfezionato, ma corrotto; ciò vuol dire che egli non corrisponde piú al sistema delle cose, e per conseguenza ch’egli è in uno stato vizioso. L’imperfezione dell’uomo, che non ha niente d’assurdo, perché vien da lui, noi l’ascriviamo alla natura, il che è assurdissimo in sí perfetta maestra, e poi in quella che è la sola norma e ragione del perché una cosa sia perfetta o no; giacché fuor di lei e della sua libera disposizione non esiste altra ragione di perfezione o