<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1511&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20140119192616</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1511&oldid=-20140119192616
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1511 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 203modifica] dalla natura fra l’interno e l’esterno, fra le abitudini ec. e la figura; questa significazione, dico, è una parte principalissima della bellezza, una delle capitali ragioni per cui questa fisonomia ci produce la sensazione del bello e quella il contrario. Non è mai bella fisonomia veruna che non significhi qualche cosa di piacevole (non dico di buono né di cattivo, e il piacevole può bene spesso, secondo i gusti e le diverse modificazioni dello spirito, del giudizio e delle inclinazioni umane esser anche cattivo); ed è sempre brutta quella fisonomia che indica cose dispiacevoli, fosse anche regolarissima. Si conosce ch’ella è regolare, cioè conforme alle proporzioni universali ed a cui siamo avvezzi, e nondimeno si sente che non è bella. Ma ordinariamente, com’é naturale, la regolarità perfetta della fisonomia indica qualità [p. 204modifica]piacevoli, a causa della corrispondenza che la natura ha posto fra la regolarità interna e l’esterna. Ed è quasi certo che una tal fisonomia appartiene sempre a persona di carattere naturalmente perfetto ec. Ma siccome