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pensieri |
(1511-1512-1513) |
piacevoli, a causa della corrispondenza che la natura ha posto fra la regolarità interna e l’esterna. Ed è quasi certo che una tal fisonomia appartiene sempre a persona di carattere naturalmente perfetto ec. Ma siccome (1512) l’interno degli uomini perde il suo stato naturale, e l’esterno piú o meno lo conserva, perciò la significazione del viso è per lo piú falsa; e noi, sapendo ben questo, allorché vediamo un bel viso, e nondimeno sentendocene egualmente dilettati, e forse talvolta egualmente commossi, crediamo che questo effetto sia del tutto indipendente dalla significazione di quel viso e derivi da una causa del tutto segregata ed astratta, che chiamiamo bellezza. E c’inganniamo interamente, perché l’effetto particolare della bellezza umana sull’uomo (parlo specialmente del viso che n’é la parte principale e vedi ciò che ho detto altrove in tal proposito) deriva sempre essenzialmente dalla significazione ch’ella contiene e ch’é del tutto indipendente dalla sfera del bello e per niente astratta né assoluta; perché, se le qualità piacevoli fossero naturalmente dinotate da tutt’altra ed anche contraria forma di fisonomia, questa ci parrebbe bella, e brutta quella che ora ci pare l’opposto. Ciò è tanto vero che, siccome l’interno dell’uomo, come ho detto, si cambia e la fisonomia non corrisponde alle sue qualità, per la maggior parte acquisite, perciò accade che quella tal fisonomia irregolare (1513) in se, ma che ha acquistata o per arte, o per altro, una significazione piacevole, ci piace e ci par piú bella di un’altra regolarissima che per contrarie circostanze abbia acquistata una significazione non piacevole; nel qual caso ella può anche arrivarci a dispiacere e parer brutta. E se una fisonomia è fortemente irregolare, ma o per natura (che talvolta ha eccezioni e fenomeni, come accade in un sí vasto sistema), o per arte, o per la effettiva piacevolezza della persona che influisce pur sempre sull’aria del viso, ha una significazione nota-