[p. 184 modifica] a poco le lingue, e modificandosi in mille guise le prime scarsissime radici, per adattarle stabilmente e distintamente alle diverse significazioni, le lingue vennero a crescere, le parole (non radicali, ma derivate o composte) a moltiplicarsi infinitamente, si acquistò la facoltà di esprimere colla favella e colla scrittura sino alle menome differenze, varietà, specie, accidenti ec. delle cose, ma i sinonimi, se non forse qualcuno per caso o per commercio con altre lingue, ancora non esistevano. Ciascuna parola che si formava modificando le prime radici o le altre parole già formate; ciascun genere costante di modificazioni, derivazioni, inflessioni, composizioni, formazioni che s’introduceva come quello de’ verbi frequentativi o diminutivi presso i latini ec., aveva per oggetto di arricchir la lingua ed accrescerne la potenza, non colla meschina facoltà di poter dire una stessissima cosa in piú modi, ma con quella importantissima di poter distintamente significare le menome differenze delle cose, differenze o già note fin da principio, ma non sapute esprimere ovvero osservate solamente col tempo: o anche idee nuove ec.