<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1474&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20140114152953</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1474&oldid=-20140114152953
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1474 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 181modifica] sventure, degli esempi, disingannato della virtú arriva a lasciarla, diviene eroico nel vizio e capace di molto maggiori errori che non sono gli altri ec. Non già per una continuazione di entusiasmo applicato al male, ma per un eccesso di freddezza che è sempre compagna della malvagità. Egli diviene un eroe di freddezza e tanto piú intrepido, duro, ghiacciato, quanto era stato piú fervido: come quei vapori che si convertono in grandine, i quali non si stringerebbero nel piú duro, denso e sodo ghiaccio che possa formarsi nell’aria, se straordinario calore non gli avesse innalzati a straordinaria sublimità. In tutte le cose gli eccessi si toccano assai piú fra loro che col loro mezzo, e l’uomo eccessivo in qualunque cosa è molto piú inclinato e proclive all’eccesso [p. 182modifica]contrario che al mezzo. Ed è molto piú facile, conseguente e naturale , per la forza e la qualità di un’indole eccessiva, il saltare dall’uno all’opposto estremo che il recarsi e fermarsi nel mezzo ec. ec (9 agosto 1821).