<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1440&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20131218161110</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1440&oldid=-20131218161110
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1440 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 161modifica] non si cura di lui o probabilmente l’odia o l’invidia o lo biasima in cento mila cose; o per lo meno è del tutto indifferente sul conto suo, e quasi estranea al suo principe, o a’ suoi subalterni. E quando anche il principe fosse, che oramai non è possibile, il padre e il benefattore del suo popolo, quando anche fosse amato dalla nazione, com’era Enrico IV fra’ principi sovrani o Sully fra’ ministri ec., la festa di un uomo vivo e potente, non essendo né potendo mai essere scema d’invidia, non è festa nazionale, perché questa richiede che tutta [p. 162modifica]la nazione sia pienamente d’accordo sul soggetto della festa, e le passioni individuali siano tutte morte intorno ad esso, e il giudizio sia puro, libero e conforme spontaneamente in tutta la nazione. E quando pur ciò si avverasse, ch’é impossibile, intorno ad un principe vivente, non è mai festa nazionale quella ch’è, se non altro, sospetta di adulazione a quegli stessi che la celebrano. Questo solo sospetto, inseparabile dagli onori resi a un potente vivo, spegne qualunque sentimento magnanimo, è incompatibile coll’entusiasmo, e con