Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1238

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[p. 25 modifica] vicendevolmente, senza il progresso della lingua (e progresso di questa precisa natura e non d’altra, che poco influisce), è nullo il progresso dello spirito umano, il quale non può stabilire ed assicurare e perpetuare il possesso delle sue nuove scoperte e osservazioni, se non mediante nuove parole o nuove significazioni fisse, certe, determinate, indubitabili, riconosciute; e di piú uniformi, perché, se non sono uniformi, il progresso dello spirito umano sarà inevitabilmente ristretto a quella tal nazione, che parla quella lingua dove si sono formate le dette nuove parole, o a quelle sole nazioni che le hanno bene intese e adottate.      2°, Che tali parole o termini sono affatto incompatibili coll’essenza della poesia e l’abuso loro guasta affatto e perde e trasforma in filosofia o discorso di scienze ec. la bella letteratura (29 giugno, dí mio natalizio, 1821).


*    Già non accade avvertire che tali parole universali in Europa non riuscirebbero né nuove né per verun conto piú difficili, oscure, incerte ai lettori italiani di quello riescono agli stranieri, non ostante che in Italia non sieno riconosciute per proprie della lingua, cioè per voci pure, né ammesse ne’ vocabolari. E di questo è cagione: 1°, l’uso giornaliero