Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1164

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*   I Toscani che dicono bi ci di, perché dicono effe, emme, enne, erre, esse (vedi la Crusca) e non effi, emmi ec.? anzi iffi, immi ec.? (13 giugno 1821).


*    A quello che ho notato altrove dell’antichità della nostra frase gridare a testa ec. aggiungi delle francesi crier à pleine tête, à tue tête, du haut de sa [p. 454 modifica]tête, delle quali vedi l’Alberti, voce Tête, e vedi pure i dizionari spagnuoli (13 giugno 1821).


*    L’invidia, passione naturalissima e primo vizio del primo figlio dell’uomo, secondo la Sacra Scrittura, è un effetto e un indizio manifesto dell’odio naturale dell’uomo verso l’uomo nella società, quantunque imperfettissima e piccolissima. Giacché s’invidia anche quello che noi abbiamo ed anche in maggior grado; s’invidia ancor quello che altri possiede senza il menomo nostro danno; ancor quello che ci è impossibile assolutamente di avere e che neanche ci converrebbe; e finalmente quasi ancor quello che non desideriamo, e che, anche potendo avere, non vorremmo. Cosí che il solo e puro bene altrui, il solo aspetto dell’altrui supposta felicità ci è grave naturalmente per se stessa ed è il soggetto di questa passione, la quale, per conseguenza, non può derivare se non dall’odio verso gli altri, derivante dall’amor proprio, ma derivante, se m’é lecito di