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454 pensieri (1164-1165)

tête, delle quali vedi l’Alberti, voce Tête, e vedi pure i dizionari spagnuoli (13 giugno 1821).


*    L’invidia, passione naturalissima e primo vizio del primo figlio dell’uomo, secondo la Sacra Scrittura, è un effetto e un indizio manifesto dell’odio naturale dell’uomo verso l’uomo nella società, quantunque imperfettissima e piccolissima. Giacché s’invidia anche quello che noi abbiamo ed anche in maggior grado; s’invidia ancor quello che altri possiede senza il menomo nostro danno; ancor quello che ci è impossibile assolutamente di avere e che neanche ci converrebbe; e finalmente quasi ancor quello che non desideriamo, e che, anche potendo avere, non vorremmo. Cosí che il solo e puro bene altrui, il solo aspetto dell’altrui supposta felicità ci è grave naturalmente per se stessa ed è il soggetto di questa passione, la quale, per conseguenza, non può derivare se non dall’odio verso gli altri, derivante dall’amor proprio, ma derivante, se m’é lecito di  (1165) cosí spiegarmi, nel modo stesso nel quale dicono i teologi che la persona del Verbo procede dal Padre e lo Spirito Santo da entrambi, cioè non v’é stato un momento in cui il Padre esistesse e il Verbo o lo Spirito Santo non esistesse (13 giugno 1821).


*    La convenienza al suo fine, e quindi l’utilità ec., è quello in cui consiste la bellezza di tutte le cose e fuor della quale nessuna cosa è bella (13 giugno 1821).


*    Tutti quanti i giovani, benché qual piú qual meno, sono per natura disposti all’entusiasmo, e ne provano. Ma l’entusiasmo de’ giovani oggidí, coll’uso del mondo e coll’esperienza delle cose che quelli da principio vedevano da lontano, si spegne non in altro modo né per diversa cagione, che una facella per di-