Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1134
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ultimi tempi, come Thiersch ec.), si semplificherebbe infinitamente la classificazione derivativa delle parole, ossia delle famiglie loro; l’analisi delle lingue si spingerebbe quasi sino agli ultimi loro elementi; si giungerebbe forse a conoscere gran parte delle lingue primitive (vedi Scelta di opuscoli interessanti, Milano 1775, vol. IV, p. 61-64); lo studio dell’etimologie diverrebbe infinitamente piú filosofico, utile ec., e giungerebbe tanto piú in là di quello che soglia arrestarsi, facendosi una strada illuminata e sicura per arrivare fin quasi ai primi principii delle parole e le etimologie stesse particolari sarebbero meno frivole; si conoscerebbero assai meglio le origini remotissime, le vicende, le gradazioni, i progressi, le formazioni delle lingue e delle parole e la loro primitiva (e spesso la loro vera) natura e proprietà; e si scoprirebbero moltissime bellissime ed utilissime verità, non solamente sterili e filologiche, ma fecondissime e filosofiche, atteso che la storia delle lingue è poco meno, per consenso di tutti i moderni e veri metafisici, che la storia della mente umana; e se mai fosse perfetta, darebbe anche infinita e vivissima luce alla storia delle nazioni. Vedi p. 1263, capoverso 2.
Osservo che la lingua latina è piú atta a queste speculazioni che la greca, contro quello che può parere a prima giunta, per causa della sua minore antichità vera o supposta.
1°, L’infinità e l’immensa varietà delle modificazioni che la lingua greca poteva dare alle sue radici, e continuò sempre nel lunghissimo spazio della sua letteratura e nel grandissimo numero de’ suoi scrittori a poterlo ed a farlo (principal causa della sua potenza e ricchezza), reca un grande impedimento a scoprire