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(113-114) | pensieri | 225 |
dai sudditi per se stessi né per ragione, debbono cercare di esserlo per odio degli altri e per passione. Giacché il contrasto eccita anche quei sentimenti che in altro caso appena si proverebbero, e quello che non si farebbe mai per affetto proprio, si fa per l'opposizione (114) altrui, come i migliori cattolici sono quelli che vivono in paese eretico e cosí l'opposto, né ci ebbe mai tanto ostinati e infocati partigiani del papa, come a tempo dei Ghibellini. Vedi Montesquieu l. c., ch. 6, p. 68 (5 Giugno 1820). E neanche dai benefizi i principi possono aspettar tanto quanto dallo spirito di parte e dal contrasto, che rende l'affare come proprio di colui che lo sostiene, laddove la gratitudine è un debito verso altrui. E l'esperienza di tutti i secoli dimostra quanta gratitudine ispirino i benefizi de' regnanti e dei grandi. E se bene gli uomini hanno imparato a regolare i capricci e le passioni loro, queste però naturalmente possono in loro molto piú dell'interesse (5 giugno 1820).
* Tanto è vero che l'anarchia conduce dirittamente al dispotismo, e che la libertà dipende da un'armonia delle parti e da una forza costante delle leggi e delle istituzioni della repubblica, che Roma non fu mai tanto libera nel senso comune di questa parola, quanto nei tempi immediatamente precedenti la tirannia. Vedete gli affari di Clodio, e Montesquieu, l. c., p. 115, linea ultima e 116 linea 1 e 5 ch. 11 (6 giugno 1820). E lo stesso si può dir della Francia passata di salto da una libertà furiosa al dispotismo di Buonaparte.
* La civiltà delle nazioni consiste in un temperamento della natura colla ragione, dove quella, cioè la natura, abbia la maggior parte. Consideriamo tutte le nazioni antiche, la persiana a tempo di Ciro, la greca, la romana. I romani non furono mai cosí filosofi come