Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1099

Pagina 1099

../1098 ../1100 IncludiIntestazione 27 gennaio 2013 100% Saggi

1098 1100

[p. 402 modifica] utilissime, riescono sempre affettate, ricercate, stentate, massime nella prosa. Ma i nostri scrittori antichi ed antichissimi abbondano di parole e modi oggi disusati, che, oltre all’essere di significato apertissimo a chicchessia, cadono cosí naturalmente, mollemente, [p. 403 modifica]facilmente nel discorso, sono cosí lontani da ogni senso di affettazione o di studio ad usarli, e in somma cosí freschi (e al tempo stesso bellissimi ec.), che il lettore, il quale non sa da che parte vengano, non si può accorgere che sieno antichi, ma deve stimarli modernissimi e di zecca: parole e modi dove l’antichità si può conoscere, ma per nessun conto sentire. E laddove quegli altri si possono paragonare alle cose stantivite, rancidite, ammuffite col tempo, questi rassomigliano a quelle frutta che intonacate di cera si conservano per mangiarle fuor di stagione e allora si cavano dalla intonacatura vivide e fresche e belle e colorite, come si cogliessero dalla pianta. E sebbene dismessi, e ciò da lunghissimo tempo, o nello scrivere o nel parlare o in ambedue, non paiono dimenticati, ma come riposti in disparte e custoditi, per poi ripigliarli (28 maggio 1821).