Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1023
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | 1022 | 1024 | ► |
stante il detto commercio e l’andamento presente della società, si può predire che non perderà piú la sua universalità, nemmeno cessando l’influenza o politica o letteraria, o civile o morale ec. della sua nazione. E certo, se la stessa natura non lo impedisse, si otterrebbe a poco a poco che tutto il mondo parlasse quotidianamente il francese e l’imparasse il fanciullo come lingua materna; e si verificherebbe il sogno di una lingua strettamente universale (8 maggio 1821).
* In proposito di quello che ho detto altrove, che la lingua italiana non si è mai spogliata della facoltà di usare la sua ricchezza antica, e la francese all’opposto, vedi Andrés, Storia d’ogni letteratura, Venezia, Vitto, t. III, pag. 95, fine-99, principio, cioè parte I, c. 13 e t. IV, pag. 17, cioè parte II, introduzione (8 maggio 1821).
* Alcuni scrittori greci degli ultimissimi tempi dell’impero greco furono anche superiori in eleganza a molti de’ tempi piú antichi ma corrotti, come gli scrittori latini del cinquecento in Italia superarono bene spesso gli antichi latini posteriori a Cicerone e a Virgilio. Dopo il secolo d’Augusto non è stato mai tempo in cui sí generalmente (come nel cinquecento) si scrivesse con coltura e con pulitezza la lingua de’ romani. Andrés, l. cit. qui sopra, pag. 96 (8 maggio 1821).