Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1005

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[p. 333 modifica] già dalla considerazione delle forze degli assalitori e delle proprie, dei mezzi di resistenza, delle speranze che potevano essere nella difesa ec. E questa era, come ho detto, una conseguenza naturale dell’odio scambievole delle diverse società, dell’odio che esisteva nell’assalitore e che obbligava l’assalito a disperare de’ patti, dell’odio che esisteva nell’assalito e che gl’impediva di consentire a soggettarsi in qualunque modo, malgrado qualunque utilità nel farlo e qualunque danno nel ricusarlo, ed anche la intera distruzione di se stessi e della propria patria, come si vede nel fatto presso gli antichi e, fra gli altri, nel citato esempio di Numanzia.

Oggi, per lo contrario, la resistenza dipende dal calcolo delle forze, dei mezzi, delle speranze, dei danni e dei vantaggi, nel cedere o nel resistere. E se questo calcolo decide pel cedere, non solamente una città ad una nazione, ma una potenza si sottomette ad un’altra potenza, ancorché non eccessivamente piú forte, ancorché una resistenza vera ed intera potesse avere qualche fondata speranza. Anzi oramai si può dire che le guerre o i piati politici si decidono a tavolino col semplice calcolo delle forze e de’ mezzi: io posso impiegar tanti uomini, tanti danari [p. 334 modifica]ec., il nemico tanti; resta dalla parte mia tanta inferiorità o superiorità: dunque assaliamo o no, cediamo ovvero non cediamo.