Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1003
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Nella scala poi e proporzione delle lingue moderne, la lingua italiana, alla quale tien subito dietro la spagnuola, occupa senza contrasto l’estremità della immaginazione ed è la piú simile alle antiche ed al carattere antico. Parlo delle lingue moderne cólte, se non altro delle europee, giacché non voglio entrare nelle orientali; e nelle incólte regna sempre l’immaginazione piú che in qualunque cólta, e la ragione vi ha meno parte che in qualunque lingua formata. Proporzionatamente dunque dovremo dire della lingua francese rispetto all’italiana quello stesso che diciamo rispetto alle antiche. E il fatto lo conferma, giacché nessuna lingua moderna cólta è tanto o ignorata o malissimo e assurdamente gustata dai francesi, quanto l’italiana; di nessuna essi conoscono meno lo spirito e il genio, che dell’italiana; di nessuna discorrono con tanti spropositi, non solo di teorica ma anche di fatto e di pratica; non ostante che la lingua italiana sia sorella della loro e similissima ad essa nella piú gran parte delle sue radici e nel materiale delle lettere componenti il radicale delle parole, siano radici o derivati o composti; e non ostante che, per esempio, la lingua inglese e la tedesca, nelle quali essi riescono molto meglio (anche nel tradurre ec., mentre una traduzione francese dall’italiano dal latino o dal greco non è riconoscibile) appartengano a tutt’altra famiglia di lingue (1 maggio 1821). Vedi p. 1007, capoverso 1.