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XV XVII
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XVI.

Se al colpevole e all’innocente, dice Ottone imperatore appresso Tacito, è apparecchiata una stessa fine, è piú da uomo il perire meritamente. Poco diversi pensieri credo che sieno quelli di alcuni, che avendo animo grande e nato alla virtú, entrati nel mondo, e provata l’ingratitudine, l’ingiustizia, e l’infame accanimento degli uomini contro i loro simili, e piú contro i virtuosi, abbracciano la malvagitá; non per corruttela, né tirati dall’esempio, come i deboli; né anche per interesse, né per troppo desiderio dei vili e frivoli beni umani; né finalmente per isperanza di salvarsi incontro alla malvagitá generale; ma per un’elezione libera, e per vendicarsi degli uomini, e rendere loro il cambio, impugnando contro di essi le loro armi. La malvagitá delle quali persone è tanto piú profonda, quando nasce da esperienza delle virtú; e tanto piú formidabile, quanto è congiunta, cosa non ordinaria, a grandezza e fortezza d’animo, ed è una sorte d’eroismo.