Pensieri (Leopardi)/XLIX
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | XLVIII | L | ► |
XLIX.
Naturalmente l’animale odia il suo simile, e qualora ciò è richiesto all’interesse proprio, l’offende. Perciò l’odio né le ingiurie degli uomini non si possono fuggire: il disprezzo si può in gran parte. Onde sono il piú delle volte poco a proposito gli ossequi che i giovani e le persone nuove nel mondo prestano a chi viene loro alle mani, non per viltá, né per altro interesse, ma per un desiderio benevolo di non incorrere inimicizie e di guadagnare gli animi. Del qual desiderio non vengono a capo, e in qualche modo nocciono alla loro estimazione; perché nell’ossequiato cresce il concetto di sé medesimo, e quello dell’ossequioso scema. Chi non cerca dagli uomini utilitá o grido, né anche cerchi amore, che non si ottiene; e, se vuole udire il mio consiglio, mantenga la propria dignitá intera, rendendo non piú che il debito a ciascheduno. Alquanto piú odiato e perseguitato sará cosí che altrimenti, ma non molte volte disprezzato.