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Vedendo quanto poche volte gli uomini nelle loro azioni sono guidati da un giudizio retto di quello che può loro giovare o nuocere, si conosce quanto facilmente debba trovarsi ingannato chi proponendosi d’indovinare alcuna risoluzione [p. 35 modifica]occulta, esamina sottilmente in che sia posta la maggiore utilitá di colui o di coloro a cui tale risoluzione si aspetta. Dice il Guicciardini nel principio del decimosettimo libro, parlando dei discorsi fatti in proposito dei partiti che prenderebbe Francesco primo, re di Francia, dopo la sua liberazione dalla fortezza di Madrid: «Considerarono forse quegli che discorsero in questo modo, piú quello che ragionevolmente doveva fare, che non considerarono quale sia la natura o la prudenza dei Franzesi; errore nel quale certamente spesso si cade nelle consulte e nei giudizi che si fanno della disposizione e volontá di altri». Il Guicciardini è forse il solo storico tra i moderni, che abbia e conosciuti molto gli uomini, e filosofato circa gli avvenimenti attenendosi alla cognizione della natura umana, e non piuttosto a una certa scienza politica, separata dalla scienza dell’uomo, e per lo piú chimerica, della quale si sono serviti comunemente quegli storici, massime oltramontani ed oltramarini, che hanno voluto pur discorrere intorno ai fatti, non contentandosi, come la maggior parte, di narrarli per ordine, senza pensare piú avanti.