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XXI.
I RE MAGI
A mia Madre
I bei vegliardi dallo scettro d’oro
Che per la neve, sotto il ciel sereno,
Sostar sommessi alla mia porta udìa,
La notte della santa Epifanìa,
5O son morti di freddo, o son malati,
Nei paesi del sole,
I bei vegliardi dallo scettro d’oro!
Quando la mia scarpetta in sul verone
Tutta avvizzita facea la rugiada,
10E tu madre, domestica regina,
La colmavi di doni alla mattina,
Io ricciuto avea il crin, candida l’alma,
E ogni alba che venìa
Di giornate regali il don mi offrìa.
15Un giovin Sire senza scettro d’oro,
Ma cui nutrian d’aromi e terra e cielo,
E una corte di sogni e di speranze
Complimentava fra beate stanze,
Era in quei giorni io stesso:
20Io che il perduto imper sospiro adesso!
I bei vegliardi dallo scettro d’oro
Che per la neve, sotto il ciel sereno,
Sostar sommessi alla mia porta udìa,
La notte della santa Epifanìa,
25O son morti di freddo o son malati
Nei paesi del Sole,
I bei vegliardi dallo scettro d’oro!