Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Meriggi - Amo il buio e il fragor della fucina | Meriggi - Pallida, mesta, e collo sguardo chino | ► |
XIV.
DUE CONOSCENZE
Requiescant in pace.
Io conoscea due vispe vecchierelle
Che vicino abitavano di casa:
Le due cuffie eran sempre alla finestra,
E per l’aria venìa
5Un confuso cianciar pien di allegria.
Parevan le due candide cuffiette,
Fra quei vasi di fior, due tortorelle,
E or rivolti alla strada, ora alla gronda,
Quattro occhietti brillanti
10Studiavan gli uccelletti e i viandanti.
Io passava di là quasi ogni sera
E m’avean le due donne in simpatia,
Chè, fra tanti a ragazze accompagnati,
Mi vedevan soletto
15E mi credean dabbene e poveretto.
Anch’io le amavo, e un dì, come deserti
Vidi i balconi del convegno antico,
Chiesi novelle: — moribonda l’una,
L’altra al letto davanti
20A pregar la madonna e tutti i santi.
L’ammalata morì; fu un epitaffio
Breve alla porta della chiesa, e un requie
Di più. L’altra tornò nella sua casa
Stretta, oscura, pudica
25Come la bara della estinta amica.
E più di quella restò forse chiusa.
Quando al sol si riaperse, oh cosa triste!
Intisichian non innaffiati i fiori,
E la vecchia languente
30Guardava intorno e non vedea più niente.
Dimenticato anch’io, son mesi e mesi
Che ho mutato cammin, come gli uccelli
Che sul miglio infedel piansero molto,
Poi decretâr lo sfratto.
35I fiorellini erano morti affatto.