Pamela/Lettera di dedica

Lettera di dedica

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Pamela L'autore a chi legge
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A SUA ECCELLENZA

IL SIG. SENATORE, CAVALIERE, MARCHESE

CARLO GINORI

Consigliere di Stato delle loro Maestà Cesaree,

E Governatore della Città e Porto

di Livorno ecc. ecc.1


F
RA le povere figlie del mio intelletto, PAMELA è una delle mie più dilette, ed a misura dell’amore che ho per essa, desiderato ho sempre di procurarle un Protettore magnanimo, un Protettore autorevole e grande.

La Sorte mi ha ricondotto nella Toscana, e precisamente in Livorno, sotto i benignissimi auspicj della Eccellenza Vostra, dove Ella, rendendo felici i Popoli, per me, e per la Compagnia per cui ho intrapreso di scrivere2, fa che riesca più amabile il delizioso soggiorno.

Una sì gran fortuna mi anima a desiderarne un’altra vie maggiore, mi anima a ricovrare sotto il patrocinio di Vostra Eccellenza la mia PAMELA, sicuro che maggior lustro non posso darle, talchè invidieranno per avventura l’altre di lei Sorelle il fregio altissimo, di cui ella potrà vantarsi.

E a dir vero, chi non invidierebbe la protezione di un Cavaliere sì grande? Grande per nascita, per antichità, per dovizie; Grande ancora più per lo possedimento di tante scienze, per l’uso delle morali virtù; e Grande in fine, e maggiore di se medesimo, per quella singolare clemenza, onde sa così bene frenare i vizj dei rei, e premiar le virtù dei buoni.

Le glorie della Vostra illustre Prosapia, onore antichissimo [p. 12 modifica]della Toscana, sono sì note al Mondo, e hanno cotanto le penne più accreditate degli Storici esercitate, che io Scrittore bassissimo, non oso fame parola; e Voi siete cotanto, per le vostre eroiche virtù, noto al Mondo, che stile non ho bastante per encomiarvi, e temerei tra’ fogli di comici sentimenti vergati, oltraggiar il chiarore delle vostre glorie. Livorno esulta per causa vostra; Firenze vanta Voi per suo Figlio; Cesare vi ha collocato fra’ suoi più cari e pregiati Ministri; la Toscana vi ama, il Mondo vi onora, il Cielo vi benedice.

Io fra i veneratori del vostro Nome, io colla PAMELA mia fra le braccia, a Voi mi presento con umiltà e con fiducia. La vostra naturale dolcezza, la vostra benignità al Mondo tutto palese, di accogliere non isdegnerà sotto il vostro altissimo patrocinio la Commedia e l’Autore; una figlia infelice ed un padre perseguitato, li quali si rideranno di ogni avverso destino, se voi li difenderete col nome invitto dell’Eccellenza Vostra, a cui con profondissimo ossequio umilmente m’inchino.

Di V. E.

Umiliss. Divotiss. e Obbligatiss. Servo
Carlo Goldoni.



Note

  1. La presente lettera di dedica fu stampata la prima volta nel t. I dell’ed. Paperini di Firenze, l’anno 1753.
  2. Allude alla compagnia comica del teatro Vendramin di S. Luca, che recitava a Livorno nella primavera del 1753.