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A SUA ECCELLENZA
IL SIG. SENATORE, CAVALIERE, MARCHESE
CARLO GINORI
Consigliere di Stato delle loro Maestà Cesaree,
E Governatore della Città e Porto
di Livorno ecc. ecc.1
La Sorte mi ha ricondotto nella Toscana, e precisamente in Livorno, sotto i benignissimi auspicj della Eccellenza Vostra, dove Ella, rendendo felici i Popoli, per me, e per la Compagnia per cui ho intrapreso di scrivere2, fa che riesca più amabile il delizioso soggiorno.
Una sì gran fortuna mi anima a desiderarne un’altra vie maggiore, mi anima a ricovrare sotto il patrocinio di Vostra Eccellenza la mia PAMELA, sicuro che maggior lustro non posso darle, talchè invidieranno per avventura l’altre di lei Sorelle il fregio altissimo, di cui ella potrà vantarsi.
E a dir vero, chi non invidierebbe la protezione di un Cavaliere sì grande? Grande per nascita, per antichità, per dovizie; Grande ancora più per lo possedimento di tante scienze, per l’uso delle morali virtù; e Grande in fine, e maggiore di se medesimo, per quella singolare clemenza, onde sa così bene frenare i vizj dei rei, e premiar le virtù dei buoni.
Le glorie della Vostra illustre Prosapia, onore antichissimo