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374 | pensieri | (4440-4441) |
dio Tolomeo, Claudio Galeno, Pedanio Dioscoride, Elio Aristide, Cassio Dione ec.; ma nondimeno esempi non ne mancano; e ne abbiamo, fra gli altri, uno famoso, Musonio Rufo, filosofo stoico del tempo di Nerone, del quale vedi Reimar., ad Dion., l. LXII, c. 27, p. 1023. sq., § (cioè nota) 143 (18 gennaio 1829, domenica). E il Lambecio, Commentar. de Biblioth. Vindob., lib. VIII, congetturava che la traduzione greca che abbiamo del Breviarium d’Eutropio, e che porta nome di Peanio o Peania, fosse chiamato Peania Capitone: il primo nome greco, e l’altro romano (19, 1829). Vedi p. 4442.
* Come in moltissime altre cose, il nostro tempo si riavvicina al primitivo anche in questo: che esso ha in poco pregio la poesia di stile, (vedi p. 4465, la poesia virgiliana, oraziana ec., anzi non questa sola, ma anche quella per esempio del Petrarca, ed ogni poesia che ᾶπλως abbia stile e richiede poesia di cose, d’invenzione, d’immaginazione; non ostante che ad un secolo sí eminentemente civile, questa paia del tutto aliena, quella del tutto propria (19, 1829). (4441)
* Al discorso della eccellente umanità degli antichi paragonati ai moderni (del che altrove), appartiene ancora il gius d’asilo che avevano presso loro non pure i templi o altri luoghi pubblici, ma eziandio il focolare d’ogni casa privata; e ch’era tanto piú venerato che non è da noi. Orelli, loc. sup. cit., p. 542. ‘Εστίαν τίμα (precetto d’alcuno de’ sette sapienti, ap. Stob., c. III). Sensus est: Jus foci sanctum habeas, vel: Supplicem honorato qui foco assidet (‘Ικέτας ὲλέει supra in Periandro Ald.). De supplicum more assidendi foco vel arulae illi aut larario, quod ad focum excitari solitum erat, ubi jus erat ἀσυλίας, vedi Casaub., ad Dionys. Hal. Ant. Rom., l. VIII, p. 1504. Reisk. et intpp. ad Thucyd. l. I, c. 136, p. 227, ed. Bauer. - Cosí la misericordia verso i supplichevoli, anche nemici, offensori ec., protetti