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360 | pensieri | (4426-4427) |
luogo della scena, verseggiando la geografia spesse volte assai piú maestrevolmente che Dante stesso non faccia; e l’arte piú notabile ancora, che in Dante stimava Rousseau, di chiamare le cose coi nomi lor proprii.» Antologia di Firenze, ottobre 1827, vol. XXXII, num. 94, p. 177 (Recanati, 13 dicembre 1828).
* Un oggetto qualunque, per esempio un luogo, un sito, una campagna, per bella che sia, se non desta alcuna rimembranza, non è poetica punto a vederla. La medesima, ed anche un sito, un oggetto qualunque, affatto impoetico in se, sarà poetichissimo a rimembrarlo. La rimembranza è essenziale e principale nel sentimento poetico, non per altro, se non perché il presente, qual ch’egli sia, non può esser poetico; e il poetico, in uno o in altro modo, si trova sempre consistere nel lontano, nell’indefinito, nel vago (Recanati, 14 dicembre, domenica, 1828). Vedi pag. seguente e pag. 4471.
* Jovis - Juppiter, cioè Jovis pater (Jouppiter). L’etimologia data da qualche antico, juvans pater (vedi Forcellini), mostra che già anticamente era poco nota o dimenticata la contrazione dell’ov, o ou, in u, propria dell’antico latino, siccome di molte altre lingue (21 dicembre, domenica, festa di San Tommaso, 1828).
* Il fut reçu (M. Charles le Beau, auteur de l’Hist. du Bas Empire) à l’académie des belles lettres, en 1759, ayant cette même année remporté le prix, dont le sujet étoit cette question importante et vraiment philosophique: Pourquoi la langue grecque s’est-eile conservée si long-temps dans sa pureté, tandis que la langue latine s’est altérée de si bonne heure. Encyclopédie méthodique. Histoire: art. Beau (Charles le) (24 dicembre, vigilia di Natale, 1828). (4427)
* Alla p. precedente. Il piacere che ci danno un certo stile semplice e naturale (come l’omerico), le im-