Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/187

182 pensieri (4245)

tendendo insegnarci a sopportare le calamità meglio che non fa a noi la natura, e predicandoci il disprezzo del dolore, e facendoci vergognar di mostrarlo, come di cosa indegna di uomini, e da vigliacchi e indotti; ci ha privati di quel soccorso che la natura ci aveva apprestato, molto piú efficace di qualsivoglia dei loro. Vedi p. 4283 (Recanati 15, 1827, S. Paolo primo eremita).


*    Alla p. 4184. Molte cose si trovano presso gli antichi, come sarebbe questa opinione sopraddetta, che appartengono e fanno fede ad una squisita umanità, molto superiore ad ogn’idea moderna. Di tal genere era l’uso di quegli ἔρανοι tanto famosi presso i greci, e tanto usitati, fino a nascerne, come di ogni buona e umana istituzione o usanza, abusi che oggi paiono stranissimi. Veggansi nel Casaubono, ad Ateneo, libro VII, capo 5, fine (vedi p. 4469) e veggansi pure nel medesimo, libro VI, capo 19, principio, l’umanità con cui erano trattati i servi, cioè schiavi, dagli ateniesi, e gli strani diritti che erano loro dati per le leggi di quella repubblica. Vedi la p. 4280, capoverso 3 (15, 1827). Vedi p. 4286.


*    Melato, mellitus, per melleus o dulcis.


*   Spedito, espedito, expeditus ec., spigliato, sforzato, sforzatamente (esforzado). Crusca.


*    Strascicare.


*    Attero, attritum-attritare, contritare. Crusca. Vedi Forcellini, glossario ec.


*    Taranta. Speroni, Dialoghi, ediz. Venezia, 1596, p. 135. - Tarantola. Tarantella. Salvini. Vedi dizionari dell’Alberti. Tarande-tarantule. Tarantolato. Vedi gli spagnuoli ec.