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(4209-4210) pensieri 141

giodi queste due favole; la presente, o quella di Enea? (Bologna, 1826, 2 ottobre). Del resto, simili plagi, racconti, tradizioni, favole parallele sono frequentissime nelle istorie greche, massime in quel che spetta alle origini o ai fasti delle  (4210) diverse città della Grecia o greche. Vedi p. 4213, 4224, 4225, fine.


*    Alla p. 4208, fine. ἓχει γὰρ (parla di un’opera di Tolomeo Efestione) δοῦναι βραχεῖ χρόνφ συνειλεγμένα εὶδένα, ἃ σποράδην τὶς τῶν βιβλίων ὰναλέγειν πόνον δεδεγμένος, μακρὸν κατατρίψει χρόνον. Brevi enim tempore, collecta simul, cognoscenda suppeditat quae nonnisi longo temporis intervallo quispiam per libros passim dispersa laboriose comportare possit (Schott). Ib., cod. 190, init., col. 472. Vedi pagina seguente.


*    , voce popolare per tieni, prendi. Vedi Crusca. - Τῆ. Hom., Odyss., IX, 347.


*    Alla pagina qui dietro. Che questo sia il valor della frase πλατεῖ tῷ ξίφει τύπτειν è manifestissimo dal contesto, nel quale essa viene ad essere opposta ad ὰναιρεῖν τῷ ξίφει, ed a πλήγην (cioè ferita) ὲμβαλεῖν τῷ ξιφει per fine di ammazzare. Lo Schotto traduce gladii lamina verberans: non so se intese bene il senso, non avendo forse posto mente all’italianismo, francesismo ec. della locuzione di Fozio (o di Conone, che Fozio quivi compendia).


*    Alla p. 4208, capoverso 1. Né ciò solo: ma credevano anche che le anime s’innamorassero, e usassero insieme e avessero figliuoli. Tolomeo Efestione, nel quarto libro περὶ τῆς εἰς πολιμάθειαν καινῆς ἱστορίας (Novae ad variam eruditionem historiae) appresso Fozio, cod. 190, ed. greco-latina, col. 480, dice ὡς ᾽Ελένης και ᾽Αχιλλέως ὲν μακάρων νήσοις παῖς πτερωτὸς γεγόνοι (cum alis), ὃν δια τὸ τῆς χώρας φορον (fertilitatem), Εὐφο-