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354 pensieri (3982-3983)

burla di uno suo contemporaneo che avea scritto in dialetto ionico, come anche dell’affettato Atticismo di altri. Dionigi d’Alicarnasso compatriota d’Erodoto scrisse sí la storia sí il resto nell’attico o comune).  (3983) Bensí quanto al toscano considerato come dialetto particolare, l’Italia si rassomiglia alla Grecia ed al suo attico proprio, per l’uso che gli autori anche insigni ne fecero, sí toscani nativi o attici nativi, sí forestieri, adoprandolo esclusivamente o principalmente ec. Però anche in Grecia come in Italia questo usare un dialetto, ancorché nobilitato da molti scrittori ec. e prevalente ec., invece del comune, e massime l’abuso di esso e le smorfie, e massime nei non nativi, fu deriso dai piú savi ec., benché piú ragionevole ciò fosse in Grecia, che in Italia per molte cagioni, e fra l’altre che il dialetto attico propriamente detto era stato usato e fu usato di mano in mano da autori veramente insigni e sommi, come Platone ec. Non cosí, strettamente parlando, il toscano proprio ec., che non è veramente la lingua neppur de’ sommi italiani scrittori, nativi toscani, Dante, Petrarca e Boccaccio, né d’altri sommi toscani ec. (14 decembre 1823).


*    Alla p. 3980. Genouil, antico, si trova. Vedi i dizionari e vedi i diversi suoi derivati, che sono parecchi, oltre agenouiller, incomincianti per genouill- (14 decembre 1823).


*    Alla pag. antecedente, principio. Certo è però che Anacreonte si accosta assai piú di Omero, e forse piú di qualunque altro poeta greco, al dialetto comune, anzi pochissimo se ne scosta, né per accostarsi all’ionico (se già le sue odi, in questa parte de’ dialetti, e massime nell’ortografia ad essi spettante, non sono alterate), né ad altro veruno. Segno che al suo tempo, benché molto antico, il dialetto comune esisteva già, per mezzo della letteratura ec., o piuttosto, che il dia-