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(3849-3850-3851) pensieri 233

e loro continuativi adnuto,  (3850) renuto ec., è dimostrato ancora sí dagli altri suoi derivati, sí dal verbale nutus us, ch’è fatto dal supino di nuo, secondo la regola altrove assegnata della formazione di tali verbali della quarta declinazione. Del resto, come da νεύω si fece indubitatamente nuo, cosí da γεύω poté bene e verisimilmente e secondo l’analogia, farsi guo, di cui altrove. E viceversa nuo da νεύω, come guo da γεύω. ec. (8 novembre 1823).


*    Alla p. 3760. Similmente a guo, andato in disuso, fu preferito il suo continuativo gusto, de’ quali verbi altrove. Similmente andò in disuso il verbo nuo, restando il suo continuativo nuto (e i derivati nutus, gustus us ec., ne’ quali non avea luogo l’iato). Restarono ancora i suoi composti (vedi il pensiero precedente), perché l’iato nei non monosillabi è men duro e appariscente che ne’ monosillabi,1 giacché se in questi v’è l’iato, essendo essi d’una sillaba sola, son tutti formati d’un iato, e son quasi un puro iato essi stessi. Infatti l’osservazione della p. 3759, fine-3760 si verifica principalmente ne’ monosillabi, e di questi massimamente si deve intendere. Dove il tema monosillabo riceve un incremento restando l’iato, la voce, benché non piú monosillaba, ha sempre men sillabe che la corrispondente ne’ verbi composti, e però l’iato in quella apparisce tuttavia ed offende maggiormente che in questo. Del resto, essa talvolta, perito il tema, si è conservata, come noitum di noo, poitum di poo ec., bensì in queste e simili fu soppresso l’iato per contrazione, facendo notum, potum ec. (8 novembre 1823). Vedi p. 3881.  (3851)


*   Alla p. 3758, margine. Se non si volesse che nubi-

  1. S'intendono qui per monosillabili anche i formati di più di una vocale contigue, e senza intermissione di consonante, secondo il detto altrove. Altrimenti l'iato non potrebbe aver luogo ne' monosillabi ec. ec.