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70 | pensieri | (2907-2908-2909) |
Tutto ciò accade in tutte le lingue, fuorché nella francese. Ché veramente nella lingua francese lo stile è formato quasi tutto dai sentimenti e dalle figure che appartengono alle sentenze. E la diversità degli stili, e quella delle qualità di uno stile, non si può considerare in essa lingua se non quanto ai sentimenti, e non appartiene, non dipende, non (2908) nasce se non da questi. Perocchè, se ben si osserva, quanto alle parole, e a tutto ciò che loro appartiene, tutti gli stili de’ francesi, sí di diversi autori e scritture, sí di una stessa scrittura o scrittore in diversissime materie sono poco men che conformi.
E non è maraviglia, perocché dov’é pochissimo luogo alla scelta delle parole e dell’ordine e composizioni loro, quivi pochissima potrà essere la differenza o tra gli stili di vari autori o di varie opere, o tra le qualità di un medesimo stile in diverse materie e occasioni, per ciò che spetta alle parole. Le quali non potendosi scegliere, non possono essere qua eleganti, qua nobili, qua efficaci, qua graziose, ma sempre tali, o non mai. Né potendosi scegliere gli ordini e collocamenti delle medesime, non può nascere dalla composizion de’ vocaboli ora una qualità di stile ed ora un’altra, ma sempre una, perché sempre una e niente variabile è ella medesima. Dico dalla composizion de’ vocaboli considerata in se, non in quanto ai sentimenti ch’esprimono, perché in quanto a questa parte la lingua francese è capace di ricever varietà di stile dalla composizione delle parole, (2909) ma ben guardando si sente che questa varietà non deriva punto dalla composizione stessa in se, ma dalle sentenze e figure loro.
Onde si può dire che la lingua francese non avendo appresso a poco che uno stile, lo scrittor francese, quanto alla lingua, non ha mai stile proprio, e che, per quanto appartiene alle parole, lo stile di qualsivoglia scrittor francese non è suo, ma della lingua.