(3453-3454-3455) |
pensieri |
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questo (3454) è veramente l’unico modo di far che l’uditore parta appassionato per la virtú, e passionatamente nemico del vizio, l’unico modo di ridurre a passione l’amor dell’una e l’odio dell’altro, cosa difficilissima a conseguirsi oggidí in chicchessia, e stata sempre difficile ad ottenersi ne’ cuori volgari e plebei della moltitudine; ma cosa dall’altra parte cosí utile che piú non può dirsi, perché né quell’amore né quell’odio saranno, né furono mai efficaci nell’uomo, essendo pura ragione, e s’ei non si convertano in passione, quali furono non di rado anticamente. L’effetto poetico si è che un dramma cosí formato lascia nel cuore degli uditori un affetto vivo, gli fa partire coll’animo agitato e commosso, dico agitato e commosso ancora, non prima commosso e poi racchetato, prima acceso e poi spento a furia d’acqua fredda, come fa il dramma di lieto fine; insomma, produce un effetto grande e forte, un’impressione e una passion viva, né la produce soltanto ma la lascia, il che non fa il dramma di lieto fine; e l’effetto è durevole (3455) e saldo. Or che altro si richiede al totale di una poesia, poeticamente parlando, che produrre e lasciare un sentimento forte e durevole? Quando anche ei non fosse d’altronde utile e morale, come nel nostro caso. Certo ben pochissime sono quelle poesie qualunque, che ottengano il detto scopo; e quelle qualunque pochissime che l’ottengono, non sono e non possono esser altro che grandi, insigni, famose e vere poesie. Or fate che il dramma, dopo avervi mosso all’odio verso il malvagio, ve lo dia, per cosí dir, nelle mani, legato punito, giustiziato. Voi partite dallo spettacolo col cuore in pienissima calma. E come no? Qual vostro affetto resta superiore agli altri? non rimangon tutti in pienissimo equilibrio? e una poesia che lascia gli affetti de’ lettori o uditori in pienissimo equilibrio, si chiama poesia? produce un effetto poetico? che altro vuol dire essere in pieno equilibrio, se non essere