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(3393-3394-3395) | pensieri | 361 |
introdotte fra noi, ben poche o la minor parte, o certo in assai minor numero che delle francesi, si trovano oggidí esser cadute dell’uso nostro. Le altre han posto da gran tempo saldissime radici nella lingua italiana, come quelle che l’hanno trovata esser terreno proprio da loro, e tale che l’esservi esse state (3394) piuttosto trapiantate che prodotte spontaneamente e primieramente, sia piuttosto caso che natura.
4o, La lingua spagnuola è carnal sorella dell’italiana, non di famiglia solo e di nascita e di eredità, ma di volto, di persona e di costumi. Né la lingua francese se le può paragonare per questo conto, non piú ch’ella si possa comparare all’italiana o alla spagnuola per conto della somiglianza, sia esteriore sia interiore, colla madre comune. La lingua spagnuola è piuttosto altra che diversa dall’italiana. Ed era ben ragione che cosí fosse, perocché l’Italia, la Spagna e la Grecia sono in Europa per natura di clima, di terreno e di cielo le piú conformi provincie meridionali.1 Or tra queste, la Spagna e l’Italia avendo l’una dato, l’altra ricevuto una stessissima lingua, era ben naturale che in processo di tempo ambedue riuscissero tanto e niente meno conformi di linguaggio quanto a due separate nazioni è possibile il piú. Laddove la Francia che una medesima lingua ricevé dall’Italia ancor essa, partecipando però del settentrionale, (3395) e pel clima e per l’indole e per gli avvenimenti che la storia descrive, settentrionalizzò la sua ricevuta lingua, e fecene un misto nuovo, suo proprio e bello,
- ↑ La storia offrirà molte prove di fatto della conformità fra l’indole spagnuola e italiana (e greca). Fra l’altre cose, l’abuso pubblico e privato della religion cristiana fatto nella Spagna, non ha nella storia moderna altro piú somigliante che quello fatto in Italia, e quanto all’opinioni e quanto alle azioni e quanto alle istituzioni, leggi, usi, costumi ec. e tutto ciò ch’é influito dalla religione. Veggansi le pp. 3572-84, e massime dalla 3575 in poi.