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338 | pensieri | (3355-3356-3357) |
curo, curam gero. E probabilmente (3356) l’uno e l’altro non vengono che da una radice, e sono in origine un solo verbo, significante da principio o impero o curo, ché ciò non monta al presente. Nego dunque che medeor venga da μέδω impero, non nego che venga da μέδω, anzi da μέδομαι, curo, il che viene a essere il medesimo che derivarlo da μήδομαι. Anzi, sebbene nelle voci antichissime non si può né si dee molto guardare alle brevi e alle lunghe, e moltissime altre differenze di questa sorta, si potrebbero allegare tra voci greche e voci latine identiche di significato o certo di origine, e anche tra l’antico e il piú moderno latino, o tra vari secoli della latinità o della grecità, intorno a una stessa voce; contuttociò non contrasterò che medeor si derivi piuttosto da μέδομαι che da μήδομαι, a cagione che la me di medeor è breve sí in esso, sí in medicor e in tutti gli altri suoi derivati o composti (come remedium), non eccettuato il verbo meditor, di cui or ora. E si può ben credere che μέδομαι avesse l’anomalo futuro μεδήσομαι (come μήδομαι ha μηδήσομαι), indicante il verbo inusitato μεδέομαι, massime che si trova (3357) il suo attivo μεδέω. Anzi sarà naturalissimo il supporre che medeor venga a dirittura dall’inusitato μεδέομαι (fosse proprio di tutta la Grecia o solo di qualche dialetto che cosí lo mutasse da μέδομαι) e cosí il verbo medeor non potrebbe, né pel significato né per la forma, essere piú evidentemente, perfettamente, regolarmente e compiutamente lo stesso che il verbo greco.
Da medeor dunque, che poi passò a significare specialmente e unicamente il medicare, coi significati metaforici a questo convenienti; ma che da principio, secondo il sopraddetto, significò, siccome il greco μεδέομαι generalmente curo, curam gero, consulo; da medeor dico io che giusta l’ordinaria e regolare formazione de’ continuativi da’ participii in us, fu fatto il verbo meditor.