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(3308-3309-3310) | pensieri | 309 |
cosí materiale, com’é quella de’ vestimenti (e come son l’altre cagionate dai costumi e leggi sociali circa le donne), nasce nell’uomo un effetto il piú spirituale (3309) quasi, che abbia mai luogo nel suo animo; i pensieri e i sentimenti piú sublimi e piú nobili e piú propri dello spirito, la persuasione di non esser mosso che da esso spirito ec. ec.; da una circostanza cosí reale e visibile e determinata nascono in lui le maggiori illusioni, i piú vaghi, incerti, indeterminati pensieri, la maggiore operazione della piú fervida e piú delirante e sognante immaginativa; da una circostanza cosí accidentale un effetto cosí intimo, cosí generale nel piú de’ giovani (almeno per un certo tempo), cosí costante, cosí connesso e proprio, a quel che pare, del carattere dell’individuo; finalmente da una circostanza non naturale nasce un effetto che universalmente si considera come il piú naturale, il piú proprio dell’uomo, il piú assolutamente inevitabile, il meno acquistabile, il meno fattibile, il meno producibile da altra forza che dalla stessa mano della natura, il piú congenito ec., secondo che ho detto di sopra.
Cosí e per queste cagioni nacque nel genere umano tra l’uno e l’altro sesso la tenerezza, la quale i selvaggi non provano e non conoscono (né gli uomini primitivi provarono, né una nazione dove non s’usino le vestimenta ec. (3310) proverà o conoscerà mai) siccome niun altro degli effetti sopra descritti, anzi neppure, propriamente parlando, l’amore, ma l’inclinazione e l’impeto da lei cagionato, l’ὁρμήν, l’abito e l’atto della tendenza; perché non è propriamente amore quello che noi ponghiamo, per esempio, all’oro e al danaro. Vedi p. 3636 e 3909.
Altra prova delle proposizioni da me esposte nel principio di questo pensiero può essere, fra le mille, la seguente. Qual uomo civile udendo, eziandio la piú allegra melodia, si sente mai commuovere ad allegrezza? non dico a darne segno di fuori, ma si sente