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262 pensieri (3233-3234)

l’assolutaconvenienza di tal tuono a tal tuono (perocché qui la ragione della convenienza de’ tuoni non istà nella natura loro, né nei loro naturali rapporti, ma è relativa alla natura dell’uomo che, indipendentemente dalla convenienza, ama in quel tal caso quel tuono e quel passaggio) fu l’origine delle melodie, le quali furono da principio, siccome sempre avrebbero dovuto e dovrebbero essere, imitative; bensí tali che abbellivano ed ornavano e variavano la natura, colla scelta, colla disposizione, coll’atta mescolanza e congiungimento e di piú colla delicatezza, grazia, mobilità ec. degli organi o naturali (coltivati ed esercitati) o artifiziali inventati e perfezionati. Né piú né manco di quello che le poesie debbano, imitandola, ornare, abbellire, variare e mostrar sotto nuovo abito la natura. Veggasi a questo proposito la citata nota ultima al capo  (3234) 27 del Viaggio d’Anacorsi e quello che altrove ho detto sopra l’imitativo della musica e sopra quella convenienza musicale che ha nella imitazione sola la sua ragione ed origine.

E notisi che se nulla v’ha nella musica, sia nell’armonia sia nella melodia, che universalmente da tutti i popoli civili e barbari sia riconosciuto e praticato, o che in tutti faccia effetto, ciò si dee riferire alla natura operante nel modo detto di sopra, o in altri che si potrebbero dire; operante prima dell’assuefazione e indipendentemente da lei, ma indipendentemente altresí dalla convenienza e senz’alcuna relazione all’armonia. Oltre all’altre cagioni di universale effetto nella musica, indipendenti pure dalla convenienza, parte delle quali ho annoverate di sopra p. 3211, seg., parte altrove, parte potrei annoverare (20-21 agosto 1823).


*    Alla p. 2999, ultima linea. Crepo is ui itum sarebbe come strepo is ui itum, da cui strepitare, come appunto da crepo as o is, crepitare. E crepo as riter-