Pagina:Zibaldone di pensieri V.djvu/186

(3089-3090-3091) pensieri 179

naturale e quindi piú giusto il sentimento e il giudizio di spiriti grossi, rozzi, inesercitati, ignoranti.

Quel che si è detto della delicatezza, dicasi di altre molte qualità che per consenso di tutti i secoli e popoli civili denno trovarsi nelle forme dell’uomo per esser belle; e che per natura non si trovavano, o non doveano trovarsi nelle forme dell’uomo,  (3090) o vi si trovavano e dovevano trovarvisi le contrarie. Perocché siccome l’animo e l’interiore dell’uomo e quindi i costumi e la vita, cosí anche le forme esteriori sono, in molte qualità, rimutate affatto da quel ch’erano negli uomini primitivi. E intorno a tutte queste qualità il sentimento e il giudizio di tal uomini circa la bellezza umana corporale differisce o espressamente contraddice a quello di tutte le nazioni ed epoche civili universalmente; e sempre è piú ragionevole (4 agosto 1823).


*    Come le forme dell’uomo naturale da quelle dell’uomo civile, cosí quelle di una nazione selvaggia differiscono da quelle di un’altra, quelle di una nazione civile da quelle di un’altra; quelle di un secolo da quelle di un altro, per varietà di circostanze fisiche naturali o provenienti dall’uomo stesso; e (per non andar fino alle famiglie e agl’individui) è cosa osservata e naturale che gli uomini dediti alle varie professioni materiali (senza parlar delle morali, che influiscono sulla fisonomia, dei caratteri e costumi acquisiti,  (3091) che pur sommamente v’influiscono, e la diversificano in uno stesso individuo in diversi tempi), ricevono dall’esercizio di quelle professioni certe differenze di forme, ciascuno secondo la qualità del mestiere ch’esercita e secondo le parti del corpo che in esso mestiere piú s’adoprano o piú restano inoperose, cosí notabili che l’attento osservatore, e in molti casi senza grande osservazione, può facilmente riconoscere il mestiere di una tal persona sco-