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82 pensieri (2157-2158-2159)

azioni, se non sapesse che vi sono molti che pensano e adoprano diversamente e che il mondo è pieno di vizi e di viltà, sebbene egli non lo creda cosí pieno com’egli è e come poi lo sperimenta (24 novembre, dí di S.Flaviano, 1821).


*    Ho paragonato altrove le occupazioni di un mercadante con quelle di un giovanastro che si spassa colle donne, e trovatele della stessissima importanza, anzi queste piú importanti di quelle. La stessa comparazione col medesimo risultato si può fare  (2158) delle operazioni e intenzioni e desiderii e fatiche di un soldato, di un letterato, di un uomo in carriera ec. Quel filosofo che per puro amore dell’umanità suda dietro ad un’opera di morale o di politica o d’altro soggetto della piú grande utilità o si affatica nella speculazione della natura, del cuore umano ec.; quel ministro zelante e integerrimo del maggior monarca immaginabile, che travaglia giorno e notte unicamente per il bene della maggior nazione e della maggior possibile quantità di uomini (se pur si trovano tali filosofi e tali cortigiani); questi tali che cosa cercano essi? La felicità degli uomini. E la felicità che cos’è? il piacere. E qual piacere maggiore che i giovanili? Dunque le occupazioni di costoro non sono piú importanti di quelle del giovanastro che mette a profitto i vantaggi dell’età piú favorita dalla natura  (2159) e destinata a godere. Anzi sono meno importanti, perché non fanno altro che procurare agli uomini, alla lontanissima, quello stesso piacere (o altri piaceri che certo saranno sempre minori) che il giovanastro immediatamente ed attualmente si gode. In ultima analisi è manifesto che le occupazioni di coloro hanno appresso a poco per fine quello medesimo che il giovanastro già conseguisce, sebbene questo fine sia molto lontano. Il fine come dunque non sarà piú importante del mezzo? e di un mezzo lontanissimo? e