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(2795-2796-2797) pensieri 437

sí diversi e tra se lontani paesi, e subentrando a sí diverse favelle, o prendendo luogo accanto ad esse e in compagnia di esse, o in mezzo ad esse: giacché bisogna considerare che la piú parte degli scrittori greci dal terzo secolo in poi, non furono greci di nazione, o certo non furono greci di paese, ma Asiatici ec., e greci solamente di lingua, e questo ancora non sempre dalla nascita, ma per istudio, come, per esempio Porfirio, della cui lingua patria, vedi la Vita di Plotino, capo 17. e l’Holstenio de Vita et scriptis Porphyrii, cap. II. Vedi p. 2827 (17 giugno 1823).


*   Una delle proprietà comuni alle tre lingue figlie della latina, le quali proprietà si debbono per conseguenza credere originate dalla lingua madre di tutt’e tre, come ho detto altrove, si è quella di  (2796) usare causa (cosa, chose) per res (18 giugno 1823).


*   Καί μοι δοκεῖ, εἴ τις τῶν θεῶν πάντας άνθρώπους εὶς ἕνα που χῶρον συναγαγῶν, ἕκαστον ἀπαιτήσει τὴν ἑαυτοῦ διηγήσασθαι τύχην, εἶτα πάντων εἰπόντων, ἑκἁστου πύθοιτο πάλιν, ποίαν ἔχειν ἕλοιπο; πάντας ἂν ἀποροῦντας σιγῆσαι μηδένα ζηλωτὸν θεωμένους. Ἑντεῦθεν ἄρα τινὲς, Τραύσους οἶμαι τὸ γένος (nationem hanc) προσαγορεύουσι, τικτομένου μέν τινος ὠλοφύροντο σκοποῦντες, εὶς ὅσα ἦλθε κακὰ, ἀπιόντος δὲ πανήγυριν (festum) ἦγον, ὅσων ἠλευθέρωται δυσχερῶν ἐννοόυμενοι. Χορικίου Σοφιστοῦ Ἑπιτάφιος ἐπὶ Προκοπίῳ Σοφιστῇ Γάζης. Oratio funebris in Procopium Sophistam Gazaeum (§ 35, p. 859) primum edita graeca et latina a Fabric., in Bibliotheca Graeca, edit. vet., t. VIII, p. 841-63. lib. V, c. 31 (19 giugno 1823).


*   Alla p. 2683, margine. Da questa verissima osservazione del Castiglione, segue che tutte le immense fatiche che un perfetto scrittore deve spendere per dare a’ suoi scritti la finitezza, la  (2797) grazia, la leggiadria, la nobiltà, la forza, insomma la bellezza della lingua, non possono esser né valutate,