colle guerre civili quell’impero e quella ricchezza ec. che aveano guadagnato colle guerre esterne. Puoi vedere p. 3791. Questa è cosa notissima e ripetutissima da tutti i filosofi, istorici, politici ec. Quindi i politici romani, prima e dopo la distruzione di Cartagine, discorsero della necessità di conservarla, e se ne discorre anche oggidí ec. L’egoismo nazionale si tramuta allora in egoismo individuale: e tanto è vero che l’uomo è per sua natura e per natura dell’amor proprio nemico degli altri viventi e se-amanti; in modo che s’anche si congiunge con alcuno di questi, lo fa per odio o per timore degli altri, mancate le quali passioni, l’odio e il timore si rivolge contro i compagni e i vicini. Quel ch’è successo nelle nazioni è successo ancora nelle città, nelle corporazioni, nelle famiglie, ch’hanno figurato nel mondo ec. unite contro gli esteri, finché questi non erano vinti, divise e discordi e piene d’invidia ec. nel loro interno, subito sottomessi gli estranei. Cosí in ciascuna fazione di una stessa città, dopo vinte le contrarie o la contraria. Vedi il proemio del lib. VII delle Storie del Machiavelli. Ed è bello a questo proposito un passo di Plutarco sulla fine del libro. Come si potria trar giovamento da’ nimici (Opuscoli morali di Plutarco volgarizzati da Marcello Adriani il giovane. Opusc. 14, Firenze, 1819, t. I, p. 394). La qual cosa ben parve che comprendesse (2679) un saggio uomo di governo nominato Demo, il quale in una civil sedizione dell’isola di Chio, ritrovandosi dalla parte superiore, consigliava i compagni a non cacciare della città tutti gli avversarii, ma lasciarne alcuni, acciò (disse egli) non incominciamo a contendere con gli amici, liberati che saremo interamente da’ nimici: cosí questi nostri affetti (soggiunge Plutarco, cioè l’emulazione, la gelosia, e l’invidia) consumati contra i nimici meno turberanno gli amici. Vedi ancora gl’Insegnamenti Civili di Plutarco, dove il cit. Volgarizzamento, p. 434, ha Onomademo in vece di Demo: ὄνομα Δῆμος.