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(2615-2616-2617) pensieri 337

esser virtú per gli orientali, essendo difetto ne’ francesi: perché a quelli è naturale, a questi no. Neppur noi italiani, neppur gli spagnuoli hanno quella tanta soprabbondanza di sentimento vitale e quella tanta veemenza e rapidità naturale e abituale e fisica d’immaginazione che hanno gli orientali; a cui perciò riesce insoffribilmente languido e lento quell’andamento dello scrivere che per noi è moderato e quelle immagini ec. che per noi tengono  (2616) il giusto mezzo; e a cui riesce moderatissimo quel che riesce eccessivo per noi. Ma, se neppur gl’italiani e neppur gli spagnuoli hanno la forza abituale e fisica della vita interna che hanno gli orientali, molto meno ci arriveranno i francesi. E in verità il modo del loro scrivere è per loro abito, non già natura, come si può vedere anche ne’ loro scrittori antichi (28 agosto 1822).


*   La niuna società dei letterati tedeschi e la loro vita ritirata e indefessamente studiosa e di gabinetto non solo rende le loro opinioni e i loro pensieri indipendenti dagli uomini (o dalle opinioni altrui) ma anche dalle cose. Laonde le loro teorie, i loro sistemi, le loro filosofie sono per la piú parte (a qualunque genere spettino: politico, letterario, metafisico, morale, ec. ed anche fisico) poemi della ragione. Infatti delle grandi e vere e sode scoperte sulla natura e la teoria dell’uomo, de’ governi ec. ec., la fisica generale ec., n’han fatto gl’inglesi (come Bacone, Newton, Locke), i francesi (come Rousseau, Cabanis) e anche qualche italiano (come Galilei, Filangieri ec.), ma i tedeschi nessuna, benché tutto quello che i loro  (2617) filosofi scrivono sia, per qualche conto, nuovo, e benché i tedeschi abbondino d’originalità in ogni genere sopra ogni altra nazion letterata (ma non sanno essere originali se non sognando), e benché la nazion tedesca abbia tanti me-